L’acronimo DE&IB sta per “diversity, equity, inclusion, and belonging”; in italiano “diversità, equità, inclusione e appartenenza”.
Parole che senza contesto risultano piuttosto astratte, e lo diventano ancora di più se contratte in una sigla. Ma che racchiudono una vitalità che muove discorsi e azioni, che sostiene esperienze e apre piste nuove.
Come Associazione Acca abbiamo voluto provare questa tesi nel più canonico dei modi: con un esperimento.
Nella serata di mercoledì 20 novembre abbiamo invitato negli spazi della Circoscrizione 1 persone che a vario titolo si interessano di lavoro, organizzazioni e intercultura. Per scambiarci esperienze, punti di vista ed orizzonti. Per capire a che punto siamo e dove vorremmo essere, per individuare strumenti utili a costruire un percorso comune.
L’abbiamo fatto in uno spazio tutt’altro che neutro: un po’ perché è la casa di uno dei nostri più cari progetti, il Pink Coworking. Le altre motivazioni ce le ha illustrate Caterina Romeo, coordinatrice della Circoscrizione 1, che ha ribadito come la circoscrizione e Associazione Acca condividano non soltanto gli spazi fisici, ma anche un sistema di valori e una sfera di interesse che parte dal lavoro per allargare la riflessione sui temi dell’inclusione, dell’uguaglianza e dell’appartenenza.
Attraverso l’intervento del presidente Indrit Aliu in qualità di moderatore del talk; gli stimoli di Sylvia Oberto che ha animato la sala attraverso spunti di riflessione e attivazione. E sotto gli auspici della vicepresidente Caterina Bonora, che ha aperto la serata con importanti considerazioni sull’urgenza di portare le tematiche dell’intercultura nella gestione delle organizzazioni, abbiamo voluto innescare dinamiche di ragionamento e scambio tra le persone intervenute.
È stato in questo senso importante ascoltare anzitutto le esperienze dirette di chi si confronta a vari livelli con la realtà del mondo del lavoro contemporaneo. Di Ruben Piperno, che ci ha raccontato come dentro l’impresa sociale Vasté e il mondo della ristorazione la pluralità di provenienze generi una contaminazione che si traduce in un miglioramento delle competenze e della professionalità di tutte le persone che ci lavorano, oltre ad una crescita imprenditoriale anche in termini di fatturato e numero di dipendenti.
Di Alessandra Scotti, case manager dell’Agenzia Cifi, che ha messo bene a fuoco come le difficoltà di inserimento lavorativo che incontrano le persone straniere nasca spesso da un grande malinteso. Ovvero dal mancato riconoscimento reciproco tra le diverse parti parti: chi lavora, chi assume e chi fa mediazione.
Di Afi Soedarsono, service Designer & User Researcher, che ha spostato il nostro punto di vista e ci ha regalato una visione molto pragmatica di cosa significa lavorare in un contesto multiculturale. Di quanto ciò che diamo per scontato come “normalità” sia frutto di un patto sociale che può e deve essere costantemente ri-negoziato.
Questa fase di talk ha messo sul tavolo gli argomenti da cui ha preso le mosse un confronto partecipato, in cui si sono intrecciate le parole e le visioni di Blenti Shehaj, Presidente di A.M.M.I., Massimo Gnone, Integration Associate di UNHCR, Stefania Guida, che ci ha raccontato come funziona la dinamica dei corridoi lavorativi curata da Talent Beyond Boundaries, e Alessandra Brogliatto, Comitato per l’imprenditoria femminile della Camera di commercio di Torino e rappresentante di Confcooperative Piemonte Nord, per la quale è Responsabile Settore Ricerca Sviluppo Formazione Pari Opportunità.
Ascoltare tutte le loro voci ha permesso di dare spazio a numeri, storie, quotidianità e progettualità, che stanno dietro a quella sigla, DEI&B, da cui è partita l’idea della serata e che ci diamo come obiettivo, fin dal titolo, di superare.
Ci hanno fatto vedere che esistono difficoltà, soluzioni e competenze che servono proprio a partire dalle prime e arrivare alle seconde.
Che niente di tutto ciò è astratto, niente di tutto ciò è superfluo. E ci hanno così restituito la convinzione che il nostro lavoro, come associazione, possa inserirsi in maniera altrettanto concreta ed efficace in questi percorsi. Oltre alla confortevole sensazione della potenzialità di unire le forze su un obiettivo comune di organizzazioni anche molto diverse tra loro.
Ma non tutto è finito in scambi di parole: perché questo momento di condivisione è diventato festa grazie a Casa Bonluxe, che ci ha dimostrato con la squisitezza di sorrisi e cibo che l’intercultura è una realtà deliziosa che genera benessere e opportunità.
Di questa serata ci portiamo a casa l’entusiasmo, le idee, i germogli di progetti comuni che, non stentiamo a credere, attecchiranno presto. E una nuvola, una matassa di parole che ci hanno regalato le persone intervenute alla serata. Un punto da cui ri-partire insieme.













L’incontro è sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo, nell’ambito delle Linee Guida per le Pratiche collaborative della Missione Favorire la partecipazione attiva a sostegno della Banca del Tempo e delle Competenze del Pink Coworking. Con il patrocinio di Città Metropolitana di Torino, Circoscrizione 1 della Città di Torino, Unione Industriali e Camera di Commercio di Torino.