È importante celebrare: ieri, 1 febbraio, il Pink Coworking ha compiuto un anno!
Festeggiare con tante persone sostenitrici, in una festa che è stata l’apice e rilancio dello spirito del luogo, è la misura e motivo del nostro lavoro.
Il Pink Coworking è nato da un bisogno: quello di molte persone freelance, in particolare donne, che cercano alleanza e senso di collettivo, per crescere insieme, affermare e (ri)costruire diritti, che non sono mai dati e scontati.
In questo momento storico si parla molto di diritti delle donne, di welfare inadeguato, di isolamento domestico, di patriarcato, di violenza e come contrastarla, della necessità di cambiamento culturale, di condivisione dei compiti, di tetto di cristallo, di lavoro di cura come trappola, di denatalità, di gender pay gap, di lavoro povero e di precariato, di volontà di raccogliere dati (che non ci sono), di smart working ben poco intelligente.
Ci sono molta rabbia, frustrazione, ingiustizia.
Il Pink Coworking vuole spostare qualche pezzo di processo, nei fatti, nelle azioni, nella consapevolezza delle persone, e dalle persone alle organizzazioni: in questo anno dal progetto di Acca, dal lavoro faticoso, quotidiano, difficile e necessario, abbiamo sprigionato una scintilla luminosa di positività, in cui una (ancora) piccola comunità aperta ha riconosciuto un bene comune da curare insieme a chiunque lo desideri.
Ciascuna e ciascuno porta il suo pezzo di cura, partendo da sé, attivandosi, connettendosi, per quello che si può e si vuole, condividendo una visione.
E insieme alle singole persone ci sono per fortuna anche molte organizzazioni che si spendono strenuamente per cambiare le cose: ed è una ricerca continua per incontrarsi, riconoscersi, allearsi, agire.
Ieri al Pink Coworking molte parti di questa galassia si sono incontrate, portando insieme alla loro presenza anche parti importanti di un ragionamento collettivo: a partire dal presidente di Acca Indrit Aliu; dalla presidente Cristina Savio e dalla coordinatrice Caterina Romeo della Circoscrizione 1, che ci ospita, ci sostiene e con cui condividiamo il luogo di lavoro, visione e molte idee; l’assessora per le politiche attive del lavoro della Città di Torino Gianna Pentenero, che c’era anche un anno fa, alla nascita; la project manager Caterina Bonora, che ha raccontato di come siamo arrivate fin qui; la community manager Sylvia Oberto, che ha presentato la Banca del Tempo e delle Competenze, strumento mutualistico e di partecipazione civica sostenuto da Fondazione Compagnia di San Paolo, coprogettato con la community con la facilitazione di Faciligroup – Agnese Natale e Sara Filippelli, che hanno riflettuto sulle premesse e sui processi del gruppo; le coworker Chiara Zoia e Chiara Bellosono, sulla difficoltà e le opportunità di essere donne freelance; la vicepresidente di Acta Associazione dei freelance, Silvia Santilli, con cui apriremo dall’8 febbraio lo Sportello Freelance, appuntamento mensile per quesiti collettivi e personali di tipo fiscale, legale, previdenziale; Marta Andrate cofondatrice di Kermasofia, con cui inizieremo sabato 17 febbraio un corso di Educazione Finanziaria.
Grazie a noi, perché abbiamo avuto la determinazione e la capacità di costruire valore, a chi c’era e chi avrebbe voluto esserci e partecipa a questa cura condivisa: come sempre, la differenza la fanno le persone.